19 agosto: coco, c’est moi

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Se pensate che non solo non sapeva disegnare, ma nemmeno cucire, la sua storia sembra a metà tra una favola e una leggenda. Eppure: tutto vero.

A leggere la biografia di Coco Chanel per i primi capitoli viene da piangere. Oliver Twist a confronto è un ragazzo fortunato. Cresciuta in una famiglia poverissima e poco affidabile è poi stata affidata ad un orfanotrofio delle suore. Forse da qui il suo amore per il nero? Si perché secondo Coco il nero racchiude in se tutto il necessario. La sua donna in un abito nero di Jersey (nuovo materiale dell’industria del dopoguerra) è sempre perfetta. Bastano un filo di perle (anche finte) o un cappellino di paglia con un nastrino di raso e si è pronte per andare. Ma come dove??!! A lavorare mie care! L’indipendenza va conquistata sul campo lontano dagli assegni di mariti ed amanti.

Infatti, se è vero che tra i primi finanziatori di tutte le attività di Chanel ci sono stati i suoi amanti, è altrettanto vero che lei senza indugio ha rinunciato a tutti loro per amore del suo lavoro, della sua creatività e della sua indipendenza. Che dire? Una vera leonessa!

Lei, secondo cui la moda passa ma lo stile resta, era la donna perfetta per vestire le nuove donne del dopoguerra. Quelle stanche
di sottane e bustini, quelle che andavano a lavorare, quelle che avevano voglia di sentirsi femmine anche con lo stipendio da commesse. Così, utilizzando tessuti poco costosi e pratici, Coco insegnò alle donne a mescolare abiti semplici con accessori luminosi per potersi sentire belle sempre.

E non c’è nulla, mi darete ragione, di una donna che si sente bella.

GABRIELLE CHANEL DETTA COCO È NATA A SAUMUR IN FRANCIA IL 19 AGOSTO 1883 SOTTO L’INDIPENDENTE SEGNO DEL LEONE.

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