YULE, SOLSTIZIO D’INVERNO: IL GIORNO PIU’ BUIO DELL’ANNO

Yule: la festa neopagana del solstizio d’inverno

 

Nel paganesimo e in molte religioni neopagane, la Ruota dell’Anno rappresenta il ciclo naturale delle stagioni, che veniva commemorato con la celebrazione di otto “sabbat”, legati al movimento del sole (come vedete nell’immagine). Secondo il neo paganesimo tutte le cose della natura sono cicliche, compreso lo scorrere del tempo che viene immaginato come una ruota che gira incessantemente. Lo scorrere delle stagioni si riflette nella nostra vita: nascita, crescita, declino e morte. 

La ruota del tempo, Wikipedia

“Yule” o “Yuletide”, nella tradizione germanica e celtica precristiana era la festa del solstizio d’inverno. La parola sembra derivare dal norreno “Hjòl” che significa per l’appunto “ruota” e fa riferimento al fatto che nel solstizio il sole si trova nel punto più basso dell’orizzonte e poi inizia a risalire. 

Gli antichi erano soliti celebrare momenti di passaggio come Samhain, Yole, Beltane ecc per ingraziarsi gli dei, venerarli e nel caso di Yule, per propiziare l’arrivo della primavera il più in fretta possibile. Gli ingredienti erano preghiere, danze, magia, candele, lanterne, ceppi accesi: la festa delle luci. E infatti questa caratteristica si è poi mantenuta nei secoli ed è arrivata a noi: che feste natalizie sono senza una bella illuminazione?

Yule veniva celebrato attraverso il fuoco e la tradizione voleva che un pezzo del ceppo arso venisse tenuto durante l’anno a protezione della dimora. Capite come Yule fosse un avvenimento carico di valenze simboliche e magiche.

Era anche usanza recarsi nel bosco e tagliare un abete per poi addobbarlo con ghirlande e dolci: era considerato portatore di un’energia positiva e gioiosa ed era un simbolo di fertilità dell’anno venturo.

Nel tempo poi i missionari cristiani iniziarono la conversione dei popoli germanici adattando simboli e festa alla tradizione cristiana. A poco a poco la festa di Yule divenne il nostro Natale. Tra i simboli che sono sopravvissuti  nel tempo troviamo ad esempio il vischio, pianta sacra simbolo della vita in quanto le sue bacche bianche e traslucide somigliano allo sperma, l’agrifoglio, l’albero di Natale: i sempreverde sono l’emblema della sopravvivenza della vita al freddo e all’oscurità dell’inverno.

Come per Samhain, anche Yule rappresenta un momento di morte, trasformazione e rinascita: il vecchio sole muore e da origine a un sole bambino. Così come la natura si riposa e si prepara a vivere un nuovo ciclo, così anche noi dovremmo prendere questo periodo come un’opportuna pausa, appoffittando delle vacanze natalizie (chi le fa!) per leggere, rilassarsi, coccolarsi, meditare ecc..

Ma come sarà il cielo nel solstizio di quest’anno?

Il cielo asrtologico del sostizio d’inverno

 

Allora, non è propriamente un cielo dei più belli, ma ci sono anche degli aspetti favorevoli.  Gli aspetti più ostici sono: l’opposizione netta della Luna alla congiunzione Venere/Plutone e la quadratura di Saturno a Urano. Vediamoli insieme.

La Luna si muove molto velocemente per fortuna, quindi è un aspetto che avremo praticamente solo il giorno del sostizio; rappresenta la nostra emotività, i bisogni, le paure. Plutone (in Capricorno) opposto le schiaccia, le prevarica, cerca di controllarle. Il cielo del periodo è abbastanza teso (c’è appena stata una luna piena parecchio tosta) quindi si avrà magari l’impressione di una soppressione della rabbia, di dover nascondere le proprie paure, di non riuscire a far valere i propri desideri. 

Inoltre la Luna si oppone a Venere: un conto sono le emozioni e un altro come le manifestiamo; dentro ci sentiamo carini e coccolosi, ma poi quando è il momento le esterniamo con modalità capricornine, più fredde e distaccate. E infatti l’ascendente Cancro ci invita proprio a dimostrare all’esterno la nostra dolcezza e sensibilità. 

Passiamo alla quadratura tra Saturno e Urano, che ci accompagna da diversi mesi: l’invito  è quello di non rimanere troppo rigidi e restii al cambiamento. Questi due pianeti lenti non perdonano e, volenti o nolenti, ci fanno prendere consapevolezza dei rami secchi da tagliare, aspetti da cambiare nella nostra vita e perchè no, anche opportunità da cogliere. Vediamo che infatti Mercurio in Capricorno è trigono a Urano in Toro: il pensiero (Mercurio) dalle modalità capricornine, ambizioso, concreto, razionale, organizzato comunica bene con Urano che può simboleggiare la rottura di schemi, il rinnovamento, la ribellione, l’anticonformismo verso tutto quello che è fisso, statico. Ancora una volta ci viene richiesta flessibilità, messa in discussione i tutto quello che per noi è sicurezza e tradizione.             Sia Mercurio che Urano sono sestili al Medio Cielo in Pesci: anche nell’ambito lavorativo, societario siamo chiamati a mettere in campo la nostra emotività, la nostra capacità di vedere oltre e i nostri sogni.

Buon Yule a tutti!

@nadiabulf

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